venerdì 30 novembre 2012

Il risotto e l'acqua alta

Ore 6:30 di mattina...parte all'improvviso una sirena assordante che nonostante le finestre chiuse è in grado di svegliare qualunque essere vivente nel raggio di due chilometri. Ti rigiri nel letto pensando:
acqua alta. D'altronde, continui a pensare, eri già stata avvisata da messaggi apocalittici del portale maree...non vale la pena starsi tanto a preoccupare.
La pioggia, il vento, la temperatura che si abbassa, tre ore di lettorato di cinese, compiti da fare (chi studia lingue o ha studiato lingue mi comprenderà facilmente...).
In tutto questo ci capita anche il tuo compleanno. Le intenzioni di non festeggiarlo erano già svanite la sera prima quando tu e le tue coinquiline vi eravate fiondate in strada per vedere Venezia sommersa ed il cuore aveva avuto un sussulto nel vedere una piazza San Marco semivuota con la luce delle stelle e della luna che si rifletteva nell'acqua che ricopriva tutto lo spazio delle Procuratie. Dopo una serata così il desiderio di preparare qualcosa di speciale da condividere sorge spontaneo. Che compleanno sarebbe altrimenti?
Quindi si parte con un paio di spritz rigorosamente Aperol (da sottolineare che già a metà del secondo la sottoscritta aveva qualche cedimento mentale...) e poi si torna con al seguito 4 persone e si improvvisa la cena: le sedie non bastano quindi l'unico uomo presente (uno contro sette...santo subito!) si sacrifica e si piazza sul bracciolo del divano, chiacchiere, risate, scambi dialettali, un paio di bottiglie di vino ed un bel risotto fumante stragodurioso. E il dolce? La torta tenerina di Santin che sparisce in un lampo!
Ci sono persino i regali: dei calzettoni morbidissimi e bellissimi con la faccina di un gufo, una sciarpa e la guida della National Geographic di Shanghai!! Che dire...grazie!!

PS: Anche il risotto è sparito...e dire che ne ho fatto un chilo...

Risotto zafferano e salsiccia

 Fate sciogliere un po' di burro insieme ad un goccino d'olio in una pentola. Unite della cipolla tagliata piccola piccola e quando è diventata trasparente unite quattro salsicce di maiale tagliate a pezzettini piccoli. Fate cuocere e poi tostatevi il riso (nel mio caso un chilo). Quando anche il riso sarà diventato lucido sfumae con un bel bicchiere di vino bianco e poi proseguite la cottura unendo del brodo vegetale (quello di carne non ce l'avevamo...siamo studenti....perdonateci...). Quando il riso sarà quasi cotto unite tre bustine di zafferano, portate a cottura, aggiustate di sale e mantecate con una bella spolverata di parmigiano.

Goduria pura...buon appetito!!

giovedì 22 novembre 2012

La declinazione dell'insalata

Aahhh le declinazioni...ricordi liceali che affiorano. Tra il greco ed il latino quelle greche erano sicuramente le peggiori, quelle latine alla fine a parte la famigerata terza declinazione erano anche facilmente memorizzabili. Di sicuro per chiunque abbia studiato un po' di latino o di greco, il ricordo delle declinazioni di associa ad una specie di rituale associabile in un certo senso alla ripetizione initerrotta delle litanie o di preghiere che non si conoscevano più di tanto a memoria. Così capitava che nella ripetizione dalla prima alla quinta, differenziando tra maschile, femminile, neutro, singolare, plurale, duale (ma ve lo ricordate il DUALE?? simpaticissimo...anche perchè assomigliava o era uguale a molti altri casi della declinazione se non ricordo male), capitava che le lettere si scambiassero e si creassero casi improbabili ed inesistenti un datablativo, un accugenitivo che creavano l'ilarità generale ed una bella iniezione di allegria in classe, se eri abbastanza sfortunato da creare il nuovo caso-ibrido durante l'interrogazione, o a casa, sfidando la pazienza di tutti i tuoi familiari.
Allegria sì, un po' come l'insalata. Anche lei si presta all'ibridazione, in un certo qual modo può essere declinata e spesso la sperimentazione, viene accettata di buon grado...al contrario di quelle sul greco e latino.

Eccone qualche esempio:
  • Feta e scaglie di grana: Prendete della valeriana a piacere, della pera a tocchetti, un gambo di sedano, feta sbriciolata, 2 o 3 noci (io avevo anacardi  ci stavano benissimo!), feta sbriciolata scaglie di grana e condite il tutto con una girata d'olio e aceto balsamico.
  • Bresaola e robiola: Rucola/valeriana/radicchio o l'insalata mista che preferite spezzattateci dentro 6-7 fette di bresaola e unite un paio di cucchiaiate di robiola avendo cura di mescolare bene bene per formare una bella cremina, volndo con l'aggiunta di un po' di olio.
  • Sgombro: Ideale dopo una bella corsa per rentegrare le proteine. Allora si prende un bel gambo di sedano, di pomodorini, carote tagliate a julienne (o tagliate come vi pare...) insalata croccantina ed una bella scatoletta di sgombro sott'olio o al naturale spezzettato. Condite con sale, olio, aceto balsamico.
  • Tonno e philadelphia: Alla solita base di insalatina mista unite un po' di sedano, pomodorini, cetriolo, olive verdi, una scatolettina di tonno e mantecate il tutto con del formaggio philadelphia aggiungendo se vi piace un po' di origano ed olio extra vergine d'oliva.
  • Uova sode: Si prendono una o due uova sode tagliate piccoline e sui aggiungono a dell'insalatina novella con l'aggiunta di qualche pomodoro e si condisce il tutto con una bella girata d'olio ed una grattatina di pepe. (Io ci vedrei bene anche qualche alicetta: una simil niçoise direi...)
Ed ora declinate anche voi....e Buona insalatona a tutti!!

mercoledì 7 novembre 2012

Una nuova casa e i metodi della nonna

   Capita, ormai da alcune mattine a questa parte, di essere piacevolmente svegliati dal suono assordante ed allarmante della sirena dell'acqua alta. Come è facilmente intuibile, sono a Venezia frequentando quello che sarà il mio ultimo anno da stidentessa universitaria.
   L'impatto con questa città non è stato facile: arrivare quasi da sola, in un novembre uggioso e nebbioso, perdersi tra le calli, le fondamenta, i campi ed i campielli cercando di trovare un nuovo equilibrio in una realtà nuova, con nuovi compagni di corso, nuovi professori, nuove realtà.                 Fortunatamente, dopo quasi un anno, sento finalmente di aver raggiunto uno pseudo equilibrio. Io e le mie fantastiche coinquiline abbiamo trovato una casettina adorabile. Piccola sì, ma tutta nuova: la sua tenda d'organza, orgoglio della padrona di casa, la fa da padrone nel piccolo soggiorno immediatamente dietro il tavolo rotondo dal piano di cristallo. Le camere, piccole ma accoglienti (grazie IKEA) e la cucina, il pezzo forte: piccola anche lei ma fornita di tutto: quattro bei fornelli ed un bel forno nuovo di zecca.
   Con Novembre, si sa, si apre la stagione dell'acqua alta, delle giornate ventose e della pioggia che rende, almeno a Venezia, assolutamente inutile l'uso dell'ombrello. In quelle giornate così, l'unica cosa di cui hai voglia, tra una chiacchiera e l'altra con le coniquiline, è quella di preparare qualcosa di buono, come delle torte, veri e propri confort food, da pucciare nel tè, nel caffèlatte la mattina, o nella denza cioccolata calda fondente che l'adorabile A. prepara per te la domenica pomeriggio.
   Capita poi che la sera, mentre chiacchieri del più e del meno, cominci a parlare del tuo blog di cucina e di quanto tu lo stia trascurando al momento. E' lì che la dolce S. interviene dicendo: "Ma perchè non scrivi più?? E' una tua passione, coltivala!!" allora io mi barrico dietro a scuse dicendo che la mia cucina troppo semlice, troppo banale, che le mie ricette sono le solite, quelle vecchie quanto il mondo. Ma lei insiste e mi fa capire che alla fine il è l'amore che metti in quello che fai a rendere speciale una torta e che, se fatta con amore, non sarà mai banale.
   Perciò rieccomi qui a postare una ricetta vecchia quanto il mondo, con il caro vecchio metodo dell'olio di gomito meglio noto come metodo della nonna:

Easy torta di mele 
Mettete circa 125 gr di burro a temperatura ambiente in una ciotola, grattugiatevi sopra la buccia di un limone, unite due bustine di vanillina e 10 cucchiai di zucchero belli colmi. Montate il composto con un cucchiaio di legno finchè non sarà bello cremoso. Aggiungete quattro tuorli uno alla volta ed amalgamate bene il tuttto. Intanto con una frusta a mano montate i quattro albumi a neve (per questo passaggio è assolutamente necessario che le uova siano a temperatura ambiente) unendovi un cucchiaino di zucchero. Da parte intanto avrete messo un bicchiere colmo di latte che unirete al composto di tuorli, burro e zucchero alternandolo con la farina (in tutto circa 15 cucchiai colmi) ed una bella bustina di lievito. Quando avrete ottenuto un composto omogeneo unite gli albumi montati in due riprese e versate il tutto in una tortiera imburrata ed infarinata. Tagliate due o tre mele a fettine sottili ed inseritele verticalmente nel composto (più ne mettete, meglio è), spolverate il tutto con dello zucchero ed infornate a 180°. Prova stecchino per la cottura.

Sapete una cosa? Il metodo della nonna vince: non ho mai visto crescere una torta così tanto in vita mia. E' venuta altissima e soffice, per non parlare del gusto, assolutamente impagabile. E se ci si pensa, alla fine è anche un ottimo metodo antistress...quindi addio sbattitore elettrico e benvenuti cucchiaio di legno e frusta a mano!